28 ottobre 2024
La persistente instabilità del quadro internazionale con il trascinarsi di numerosi conflitti e il progressivo indebolimento della leadership americana, sta mettendo in crisi il contesto entro il quale si è sviluppata la c.d. “Globalizzazione” economica. Le aspettative di molti politici ed economisti che la interconnessione tra le principali economie avrebbe ridotto o eliminato il rischio di conflitti è stata ampiamente disattesa.
Per capire meglio questa fase complessa in cui le rotte del commercio sono insidiate da conflitti regionali e si sono affacciati nel dibattito temi come re-shoring, friend-shoring , Diplomatia, nell’ambito del format G - Talks, ha organizzato un incontro in collaborazione con lo studio legale Grimaldi Alliance. Lo studio, attivo in più di 60 paesi, è stato un partner naturale per approfondire il tema e l’incontro, avvenuto presso la bellissima sede di via Pinciana, ha visto come protagonisti Fabrizio Maronta, caporedattore della rivista LIMES, Fabio Lisanti, Head of Markets Europe di Citigroup, e l’Avv. Francesco Sciaudone, tra i fondatori dello studio Grimaldi nonché esperto di diritto della concorrenza, moderati da Massimo Molinari CIO di PosteVita.
La serata è stata aperta dai saluti dell’Ambasciatore Castellaneta, Presidente di Diplomatia, che ha ricordato come la Globalizzazione è stata spesso assimilata a una “marea” che avrebbe sollevato tutte le economie e abbattuto le barriere tra i paesi favorendo quindi una pacifica convivenza fra gli stessi. Ora spetta a tutti i protagonisti il compito di evitare che il processo inverso, alimenti ulteriori tensioni nelle principali aree del pianeta. Gli illustri oratori intervenuti all’evento ci hanno poi accompagnato in questa analisi attraverso la descrizione dei cambiamenti geopolitici, monetari e legali che hanno minato l’importanza di questi fattori a sostegno dei commerci. La Globalizzazione che abbiamo vissuto è avvenuta principalmente attraverso un’egemonia statunitense espressa non solo e non tanto con la forza della deterrenza militare, ma soprattutto con l’utilizzo del dollaro, come valuta per regolare le transazioni e dell’infrastruttura legale anglosassone per disciplinare il funzionamento dei principali organismi internazionali (WTO, FMI etc) posti a regolamentare i commerci e, più in generale, il funzionamento delle economie del pianeta. Ora tutti questi elementi sono in discussione a livello internazionale sotto molti aspetti che i nostri oratori non hanno mancato di sottolineare. La guerra in Ucraina ha provocato una reazione sanzionatoria senza precedenti nei confronti della Russia e, parallelamente, una fitta rete di accordi per provare ad aggirarla. Anche in funzione di queste tensioni si moltiplicano iniziative bilaterali per regolare le transazioni su commodities in valuta locale, oltre alla creazione di circuiti alternativi all’occidentale SWIFT per regolare le transazioni stesse. Il dollaro resterà ancora a lungo la valuta di riserva mondiale ma il suo ruolo è molto più in discussione di prima.
Più in generale è in atto una profonda crisi del paradigma economico del liberismo che, spiazzato dall’emersione di nuove potenze con sistemi capitalistici di “stato”, sta cercando risposte in un ruolo più attivo degli Stati nell’economia e a un prepotente ritorno della politica industriale come mezzo per garantire al meglio l’interesse nazionale. Sono stati tutti interventi di altissimo valore informativo che hanno creato la consapevolezza di stare vivendo una fase di transizione da un paradigma internazionale a uno sostanzialmente nuovo, dagli effetti ancora da capire.
Un evento di carattere internazionale di Diplomatia, per un pubblico di soci e simpatizzanti che hanno mostrato grande interesse per la serata che segna un nuovo passo nel percorso culturale intrapreso con questo format a beneficio di tutti i partecipanti.
MM